Nel nostro Paese il numero delle bambine o ragazze minorenni vittima di reato è salito da 3.311 del 2004 alle 5.356 del 2014 secondo i dati dell’osservatorio Interforze. Nella percentuale più alta (CIRCA L’80%) la responsabilità è imputabile alla famiglia o alla cerchia di conoscenti. Nel rapporto viene segnalato in particolare l’aumento esponenziale delle vittime di pornografia minorile (dal 2004 al 2014 cresciute addirittura del 569,4% di cui un +24% solo nell’ultimo anno). Questi solo una parte dei dati emersi dal Dossier Indifesa 2015 realizzato da Terres Des Hommes e presentato in occasione della Giornata mondiale delle bambine indetta dall’Onu per l’11 ottobre. Il rapporto ogni anno accende i riflettori sui diritti fondamentali negati a milioni di bambine, vittime di maltrattamenti fisici e psicologici, pedopornografia, tratta, gravidanze e matrimoni precoci, sfruttamento, aborto selettivo, mutilazioni genitali, mancato diritto all’istruzione. Piccoli ma rilevanti novità positive si possono invece trarre dal fatto che la comunità internazionale abbia recentemente dichiarato illegali alcune pratiche, in passato consentite perché ritenute “elementi culturali”: l’Onu ha messo al bando le mutilazioni genitali alla fine del 2014 e da luglio 2015 i matrimoni precoci. Inoltre nel mondo si registra un incremento del numero di bambine scolarizzate, atteso che nel 75% dei Paesi è stata raggiunta la parità di accesso all’istruzione tra maschi e femmine.
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