La Convenzione ONU sui diritti del fanciullo compie oggi 27 anni; in Italia fu ratificata nel 1991 con l. 176. I cambiamenti che ha prodotto sono epocali, ma ancora c’è troppo da fare
La Convenzione ONU sui diritti del fanciullo viene ricordata in tutto il Paese con convegni, dibattiti, seminari. I diritti dalla stessa affermati si stanno ancora facendo strada nella loro concreta attuazione: il fatto che un diritto sia proclamato, non vuol dire che sia effettivo ed esigibile. E i diritti delle persone di età minore non lo sono ancora troppo spesso. A titolo di esempio, e per parlare delle situazioni più emergenziali, a dispetto degli artt. 2 e 3 della nostra Carta Costituzionale, non lo sono i diritti dei minori stranieri non accompagnati che giungono sempre più numerosi nel nostro Paese, spariscono sempre più numerosi e non si riesce ad inserirli perché i centri di seconda accoglienza sono scarsi, non finanziati, non diffusi. C’è bisogno della legge sulla cittadinanza, approvata alla Camera il 13 ottobre 2015.
Non sono esigibili i diritti dei bambini e degli adolescenti esposti a diverse povertà, da quella economica ed abitativa a quella educativa (crescente). Si tratta in un caso e nell’altro di bambini e ragazzi che finiscono emarginati e demotivati: si perdono, diventano facile preda per la criminalità organizzata e costituiscono una “bomba sociale” che prima o poi esploderà.
Vi sono minorenni vittime e talvolta anche autori di cyberbullismo e bullismo, di violenza, abusi economici, psicologici, sessuali, per i quali alcune garanzie normative sono in essere e altre in fieri ma per i quali manca, in linea generale, un sistema di prevenzione e di efficace riabilitazione successiva.
Non sono, infine, esigibili i diritti delle persone di età minore che impattano in un sistema di giustizia tutto da riformare, con competenze frammentate e contraddittorie, con giudici non sempre specializzati a dispetto anche di quanto indicano le Linee guida per una giustizia Child Friendly del Consiglio d’Europa. Cammino ritiene indifferibile la Riforma di cui al DDL 2284 all’esame del Senato, che finalmente prevede un unico giudice, anche se molto c’è ancora da lavorare perché tale giudice sia effettivamente specializzato, per l’individuazione delle competenze e per un rito che garantisca effettività ai diritti delle persone di età minore e alle loro famiglie.
Il Gruppo CRC lancia un comunicato stampa su alcune priorità. Cammino, che ne fa parte, lo appoggia incondizionatamente e si impegna nella concretezza quotidiana perché i diritti della Convenzione ONU siano per tutti i minorenni una realtà che diventi riscatto dalla marginalizzazione sociale, economica, giuridica e attuazione della piena dignità delle persone che sono minori solo di età.
LORENZO COLETTA
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